Chi siamo
Per decenni il nome di Conversano è stato associato alla banda. Merito di grandi maestri come Piantoni, Orsomando, Ligonzo, Patanè, Centofanti e Marmino.
E di una tradizione bandistica che si fa risalire ai primi dell’ottocento sostenuto dai municipi dell’epoca e dall’abilità di solisti che incantavano le folle e le ducavano alla musica.
Oggi però a Conversano è riconosciuto anche un ruolo di primissimo piano nella storia della Puglia: prima centro peuceta, poi bastione medioevale impenetrabile, quindi sede di un potente monastero guidato da badesse mitrate (caso unico in Europa) e capitale di una contea, quella degli Acquaviva d’Aragona, in cui fervevano le nobili arti. Banda e città d’arte ora sono un binomio inscindibile.
Da anni in questo contesto culturale opera l’Associazione Musicale Culturale “Gioacchino Ligonzo”, con le sue molteplici iniziative: la Grande Orchestra di Fiati “G. Ligonzo” città di Conversano, il Bandalarga Puglia Festival, il Concorso di Composizione di Marce Sinfoniche per Banda, Master, corsi musicali ed eventi culturali.
Non una banda qualsiasi ma una Grande Orchestra di Fiati
Non semplici nomadi del pentagramma ma ambasciatori della cultura musicale pugliese in Italia e nel mondo. Non più barbieri, sarti e ciabattini ma musicisti veri, a tempo pieno, depositari di una storica tradizione contro le nuove mode e i falsi miti moderni.
Si muove tra passato, presente e futuro la Grande Banda di Conversano diretta da Angelo Schirinzi.
Rispettosa delle radici, della lezione dei maestri dell’epoca d’oro, del loro rigore interpretativo. Ma anche realista, consapevole che i tempi cambiano e che la missione educativa della banda nelle piazze delle feste, l’Opera dei poveri, è finita da un pezzo. Per riportare la gente al cospetto della cassarmonica e restituire dignità artistica alla banda, spesso minacciata da volgari faccendieri, Angelo Schirinzi ha puntato sulla qualità: organico eccellente, esecuzioni impeccabili, armonie da orchestra, uniformi storiche di grande impatto scenografico.
In più, ha cominciato a rivedere il repertorio, aggiornandolo ai gusti dei giovani, ha portato la banda negli auditorium, nei teatri, nelle chiese, ha proposto concerti natalizi, pasquali e commemorativi, con programmi sempre diversi, ha sperimentato inedite forme di collaborazione con dei cori lirici e ora pensa a contaminazioni jazz e folk.
Ha inciso una dozzina di compact disc, avviato un proprio sito internet, ha perfino eseguito con la sua Grande Orchestra il Nabucco davanti al Duomo di Milano, in occasione della Bit 2001 e fatto il direttore artistico del Puglia Festival Bande di Conversano, rassegna internazionale considerata fra gli eventi più intelligenti dell’estate 2001. Schirinzi, in dieci anni di podio e dopo migliaia di ore di lavoro fra spartiti, trascrizioni, prove e concerti, ha detto e fatto molte cose nuove con la banda e per la banda. Ne sta escogitando altre ancora, ma una gli è riuscita meglio di altre: ha restituito alla banda il ruolo di bene culturale.
Ogni volta che varca i confini della regione, la Grande Orchestra di Fiati “G. Ligonzo” porta con sé la seduzione di Conversano Città d’Arte e il profumo di Puglia, le sue fragranze, il sole, il mare e i suoi duecento anni di storia bandistica.
La via delle bande, come espressione turistica prettamente pugliese, è già stata tracciata.
Quella di Conversano si fa risalire agli Acquaviva d’Aragona, potenti signori fedelissimi al Viceré di Napoli che fecero ampio ricorso alle fanfare, prime artigianali bande, piazzate in testa al loro esercito.
Notizie più certe si attestano alla data del 1811, quando si costituì un primo gruppo di musicisti che poi, nel 1832, si trasformò in un’istituzione stabile e non più “provvisoria ed avventizia”.
A guidarla il maestro di cappella Vitantonio Lavolpe, già autore di inni giacobini durante la rivoluzione napoletana del 1799.
Nell’Ottocento a Conversano, insieme alla banda municipale, si affermò anche una discreta scuola musicale, fucina di una cultura bandistica sempre viva e appassionata, alimentata dai celebri concerti della domenica nella Villa Garibaldi.
Dopo le traversie dell’epoca fascista – in cui peraltro si distinsero la figura nobilissima del maestro Franco Galeoni e del geniale e raffinato Giuseppe Piantoni – la banda di Conversano ritrova proprio con Piantoni (Rimini 1890 – Conversano 1950) stabilità e prestigio.
A lui si devono stagioni concertistiche esaltanti in tutte le piazze del Sud e brani musicali ormai entrati nella leggenda, come le marce sinfoniche “Vita pugliese” e “Medea” o le composizioni “I Mietitori” e “L’amore che torna” oppure i cosiddetti pot-pourri “Rossiniana”, “Verdiana” e “Belliniana”, collages di opere dei maestri del melodramma italiano trascritti per banda.
Dopo Piantoni, altre grandi bacchette hanno onorato la bicentenaria tradizione bandistica conversanese, da Marincola a Lufrano, da Marmino a Centofanti, da Rossiello a Ligonzo, con unanimi consensi e riconoscimenti.
“Gioacchino Ligonzo” (Bari 1910 – 1992), è considerato uno dei più grandi maestri di banda del XX secolo. Direttore a Noci, Mesagne, Conversano, Squinzano, Mandria, Ceglie Messapica, e Francavilla Fontana. Ha chiuso la carriera proprio a Conversano nominando suo erede spirituale Angelo Schirinzi.